giovedì 29 settembre 2022

Su sfiorite rive del cuore



mea culpa? - considera

la pagliuzza non la trave



in bianchi cieli la sua anima s'impiglia

tra certezze effimere e un nodo

scorsoio l'ego si fa



mea culpa?



lungi da lui

quell'animo candido che

simpatizzerebbe con i morti



su sfiorite rive del cuore

un gabbiano solitario plana


martedì 27 settembre 2022

Sospensione lucente letta da Rodolfo Lettore

https://www.facebook.com/100021944614623/videos/940145276942296/ 

Vita vissuta




aria ferma


di pomeriggio quando le ore

si dilatano e in una chiazza

di sole un gatto acciambellato

sembra sognare



i volti raggrinziti

dei vecchi che giocano a carte

dicono vita vissuta



ti distolgono 

dal sovrappensiero bianchi voli che

si staccano dal tramonto


lunedì 26 settembre 2022

Vita nascosta




il muro d’aria che divide

luogo e non- luogo

o solo quell’esistere sognato

che torna come déjà vu



qui solo apparire:

l’essere è vita

parallela - nascosta

sabato 24 settembre 2022

Recensione di Donatella Pezzino a “Vita trasversale” di Felice Serino

 In un mondo sempre più corporeo e materiale, viene spontaneo chiedersi se ci sia ancora posto per l’anima. Poi si legge la poesia di Felice Serino e allora tutta la prospettiva cambia. D’un tratto, il velo dell’apparenza si squarcia ed ecco la verità nuda, il significato ultimo dell’esistenza umana: l’evidenza che potrebbe, se solo lo volessimo, costituire l’abbrivio verso una vita piena, consapevole e scevra da paure.


In “Vita trasversale” l’anima è più che mai al centro, e la poesia diventa in toto ancella del pensiero. La silloge, infatti, raccoglie gli ultimi scritti (2017-2019) nei quali il pensiero e la spiritualità dell’autore campano emergono con più forza rispetto alla produzione precedente. Ed è una forza talmente dirompente da lasciare in chi legge un segno profondo: la poesia breve, il verso ridotto all’osso eppure pregno, vivo come non mai di immagini e sensazioni, dicono che l’uomo, prima ancora che il poeta, ha trovato ciò che cercava da tutta una vita: è arrivato all’essenza delle cose. Quasi sorride sornione Serino, tra i versi, evocando ricordi e illusioni di tante vite precedenti, del sé stesso del passato angosciosamente fermo dinanzi al muro delle convenzioni che adesso si è finalmente sgretolato.


E cosa c’è al di là del muro? Semplice: l’Oltre. E quindi, il Tutto. Pur senza essersi ancora, nei fatti, spogliato del suo corpo di carne, Serino si è distaccato dal mondo e dalle sue pastoie e può quindi aprire gli occhi su ciò che ci aspetta “dopo”. Non la fine, la morte, l’annientamento: oltre c’è un altro piano di esistenza, anzi, infiniti piani di esistenza da dove non solo i nostri morti, ma anche i tanti noi stessi speculari ci guardano. La nostra anima è un dispiegarsi in infiniti alter ego e in infinite potenzialità: tutto quello che i nostri limiti fisici e le costrizioni imposte dalla società ci impediscono può essere realizzato altrove, anche quello che abbiamo cominciato qui e che non siamo riusciti a portare a termine.


ora

danzi il flamenco che amavi

col tuo corpo d’aria


e da un altrove “detti” poesie

quelle

che non hai avuto il tempo di scrivere


Ma questo oltre non è trascendenza, è trasversalità: nel corso della nostra esistenza terrena, quindi, possiamo scorgerlo in trasparenza dagli innumerevoli segni inspiegabili in cui ogni giorno ci imbattiamo, nella bellezza della natura che ci fa “sentire” la nostra realtà di esseri spirituali, e soprattutto, attraverso il sogno. La dimensione onirica è sicuramente uno degli aspetti più interessanti della poesia seriniana, data la valenza assolutamente peculiare che le viene attribuita. Il sogno, infatti, è il trait d’union fra i diversi piani di esistenza: un bivio nel quale tutte le strade dell’oltre convergono, la via che rende possibile la comunicazione con l’invisibile permettendoci di evadere per un attimo dal nostro “esilio di carne”.


Ogni notte, quindi, il sonno ci scioglie dai ceppi del sangue per lasciarci fluttuare in quel Tutto al quale non smettiamo mai di appartenere, anche quando la vita di ogni giorno ci restituisce alla nostra condizione di peccato e di polvere: quel Tutto che è Dio e che è amore, assoluto e incondizionato. La consolazione alla nostra pochezza, quindi, è questo sconfinato amore di Dio per noi, e la certezza che, benchè peccato e polvere, torneremo a Lui; che tutto è in tutto e tutto è Dio; che la vita nasce dalla morte e si rinnova da sé stessa. Così, l’anima è un continuo partorirsi e ritornare al Tutto: è grazie a questa consapevolezza che possiamo vincere la nostra atavica paura della morte. Perché, infatti, dovremmo temere quel “punto di non ritorno” che invece di distruggerci ci restituisce alla nostra vera vita?


fioriti

nelle braccia di Dio

come nella prima luce


La luce, altro punto nodale del nostro poeta-pensiero: una luminosità che fa quasi male agli occhi, tanto è intensa e inestinguibile. La poesia di Serino è tutto un immergersi in questa Luce dove l’umano e il divino sono allo stesso tempo sorgente, fiume, cascata, foce, in una continua simbiosi dove si può conservare la propria unicità solo annullandosi. Ed ecco, quindi, affiorare un nuovo concetto capace di rispondere a tutti i nostri interrogativi, soprattutto di fronte alla sofferenza, all’errore, all’inadeguatezza: questa vita sulla terra ha senso solo se trascendiamo la nostra animalità per trasformare il nostro sangue in ali. L’angelo e l’uomo, due facce della stessa medaglia che la carnalità rende opposte, nemiche:


convivere con gli umori

di un corpo di morte


dall’animalità all’angelo: questa

l’impervia salita


più d’una vita se dal sangue

fioritura sia d’ali levate:


ogni passo ne perdi una piuma


e ancora:


le mani affondi

nel sangue delle convenzioni

mentre

all’angelo lucente del sogno

tarpi le ali

facendolo all’alba svanire


Basta immergersi nel proprio spirito per annullare qualsiasi distanza fra noi stessi e l’angelo che siamo. Allo stesso modo, il distacco dalla realtà che ci circonda ci aiuta a prendere coscienza della verità che sempre ci sfugge: che vita e morte sono una cosa sola; che non c’è una fine, e che ogni morte non è che un nuovo inizio. Se a ciò fossimo sempre presenti, affronteremmo con serenità, quando non addirittura con gioia, il passo estremo che ci attende, e che altri hanno compiuto prima di noi:


rinfranca il pensiero d’essere

immortale -e già dalla ferita della

creazione lo sei-


la morte ti cerca?

uscito dal guscio tu sarai altro


l’anima libera sarà dai lacci

lo spazio mentale onde di luce e amore


niente d’ imprevisto se la morte

non ti sorprenda più della vita


Avanzare negli anni, a questo punto, non è invecchiare, ma pervenire a nuova giovinezza; avvicinarsi sempre più alla verità mentre ci si allontana dalle meschinità del mondo. Eppure, come ogni altra creatura di carne e sangue, il Serino-uomo non può fare a meno di chiedersi: mi ricorderanno un giorno? Come sarà il momento del trapasso? Domande alle quali lo speculare Serino-pensiero risponde con l’ironia di chi ha già oltrepassato quella soglia e non può più essere scalfito. Il Serino che ricorda persone ed episodi del suo passato con tenerezza, con gioia struggente, filtrando ogni fotogramma alla luce dell’anima e conservando solo quelli in cui sia visibile il riflesso di Dio.


Così, il poeta rivolge lo sguardo solo alle strade che portano verso casa: l’amore, la bontà, la bellezza in grado di elevare, il donarsi che rende capaci di fare la differenza. Nonostante sia in continua introspezione, Serino non è mai chiuso in sé stesso. E in tutto ciò la parola lo aiuta, lo innalza, oltre le barriere che ovunque, su questa terra, ci opprimono e ci ostacolano. La parola acquista una valenza liberatoria grazie alle sue inesauribili possibilità di creazione: in questo sta il senso dello scrivere. Alla domanda: perché scrivi? Si potrebbe quindi rispondere: perché la parola è luce, e io detesto il buio. Perchè la parola è casa. E’ il respiro dell’anima, è la vita stessa. E l’assenza di ispirazione, di conseguenza, è un sentirsi disabitato/simile a quell’albero nudo/da cui son fuggiti i canti/vivere/di stelle spente.


Donatella Pezzino

https://poesiaurbana.altervista.org/recensione-di-donatella-pezzino-a-vita-trasversale-di-felice-serino/


venerdì 23 settembre 2022

Elucubrazioni


(l'anima ha le stimmate della vita)


la morte è un artiglio

sulla pelle del cielo


la sperimenta

questo corpo che ci è dato


(corpo dall'invisibile aura

ravvolto nella bolla-anima)


22.9.22

giovedì 22 settembre 2022

Vita che ti sveli




assisa sul bordo della luce 

vita che abbracci

infiniti orizzonti

vita riflessa

che non sai dire se vivi

o sogni

vita in esilio finché abiti nel corpo

vita genuflessa

a adorare il sole- maja

di luce

che apri la fronte del giorno

vita- vuoto affamato



sii te stessa

"vita fedele alla vita"



rigenerata dalla Croce

Vita che ti compi

che ti sveli



Isole su Arteinsieme

 https://www.arteinsieme.net/renzo/index.php?m=45&c=20&det=23947

mercoledì 21 settembre 2022

Viaggi


"il più bello dei mari" quello

ancora da navigare o solo

sognato



così la poesia 

più bella si dice

sia quella ancora da scrivere



viaggi 

da odisseo viaggi mentali



apertura a ventaglio

dei sensi

in una immersione nel sé



[I° verso da Hikmet]


martedì 20 settembre 2022

La colpa

 


sono io quel ragazzo che

scappò da casa con poche lire in tasca

e un quaderno d'improbabili versi?


lo sono sì ma dopo sei decenni


non mi riconosco in lui se non nel sogno

ricorrente che al mattino mi lascia

il cuore stretto dall'angoscia


sarà un residuo di colpa da espiare

per aver procurato un veleno sottile

a chi bene mi voleva 


19-20.9.22

lunedì 19 settembre 2022

Visione



su di te vedi piegato il cielo

dalle leggiadre braccia

ti sale su per le narici

la barca di cristallo della

passione

veleggiando sul filo del respiro



nella camera della mente

non è detto non t’appaia l’angelo

dell’ affresco

che ti rapì quand’ eri bambino

domenica 18 settembre 2022

La vergogna

 


serpeggia sinistra eco

in un cielo stravolto

mentre nel mondo esplodono sogni


dalle emittenti: scoperti nuovi orrori


la vergogna si è nascosta dietro i morti


15.9.22

venerdì 16 settembre 2022

Vita centuplicata


tu nelle braccia di Dio

rapita nel sole

piccola Margot



tu rosa vestita per la vita



quella vita che

non ti fu dato vivere



ora

centuplicata



credimi

immergermi vorrei in quel Sole

che nel sogno in barlumi ora

intravedo


giovedì 15 settembre 2022

Verticalità



Dalì - L'Ascensione di Cristo


dolore non solo quello

da carne- urlo animale

ma sublimato

negli assi della croce

guardando in divenire

là dove conduce

Passione per la porta stretta

martedì 13 settembre 2022

Una poesia tipo quella



fa sorridere una poesia tipo quella

di Neruda "ode alla cipolla"?



se ne cogli la vera profondità

penetrando fin nella radice

della terra da cui è nata



sentirai l’ebbrezza del sangue

che canta alla luce gemmante

come una celeste musica



indorato dal caldo sole

quel bulbo

finirà sotto la mezzaluna

con lacrime



-companatico dei poveri

s’ usa dire

lunedì 12 settembre 2022

Un vento di ossimori



posizione fetale: ideale per lasciarti

abbracciare da morfeo - in una

sospensione lucente - la mente 



assediata da iperboli

grandi come case

e da un vento di ossimori

domenica 11 settembre 2022

Vite alternative


(s'affaccia la notte su

vite alternative

freudiana via regia)


nel balzo lucente

della tigre

trema la bellezza immaginata


("La tigre" è una famosa poesia di William Blake).


9.9.22

sabato 10 settembre 2022

Estratti da Afflati di Felice Serino con una nota di Angela Greco AnGre

 



Estratti da Afflati di Felice Serino (e-book, 2022)


Senza titolo 2

.

un’alba cadmio

apre spazi

inusitati nel cuore

.

usciti dal sogno

beccano sillabe

gli uccelli di Maeterlinck

in un cielo di vetro

.

da un luogo non- luogo

le uve dei tuoi occhi

chiamano il mio nome

genuflesso nella luce

.

.

.

Spleen 2

.

brusio di voci

.

galleggiare di volti

su indefiniti fiati

.

si sta come

staccati

da sé

.

golfi di mestizia

mappe segnate

dietro gli occhi

.

vi si piega

il cuore

nella sanguigna luce

.

.

.

Vita nascosta

.

il muro d’aria che divide

luogo e non- luogo

o solo quell’esistere sognato

che torna come déjà vu

.

qui solo apparire:

l’essere è vita

parallela – nascosta

.

.

Felice Serino (Pozzuoli, 1941), autore prolifico, redattore presso molti lit-blog e riviste on line, ha all’attivo diverse sillogi poetiche; la sua poesia è tradotta in diverse lingue. Con Afflati (scaricabile cliccando QUI) , il nuovo e-book creato all’inizio di questo 2022 in cui raccoglie la sua produzione poetica 2019 – 2020, rinnova il legame con i suoi lettori.

In effetti, quello che si stabilisce con questo autore è un legame di fedeltà, tra se stesso e i suoi temi e tra il poeta e il suo pubblico, il quale, ad ogni lettura, rileva una sfumatura, coglie un significato in più, in un’attesa mai delusa nei confronti di questa poesia che, col passare del tempo, si eleva, percorrendo man mano proprio quella strada auspicata dall’autore nella stesura dei propri versi.

La lettura è introdotta da una breve ed efficace Prefazione redatta da Enrico Marià, che si sofferma, a giusta ragione, sull’introspezione, che diventa patrimonio comune, esternato con sonorità lievi, mai eccessive, fuori luogo o aggressive; un balsamo anche per questi tempi che stiamo attraversando, nei quali Felice Serino si pone, con la sua voce sensibile e costante, quasi come un punto fermo al quale riferirsi.

“Afflato”, per definizione, è il soffio, ma anche l’ispirazione e nella poesia che Felice Serino ha incluso in questo titolo al plurale, ben si coglie questo momento particolare occorso nella vita del poeta, il quale sembra voler gradualmente lasciare le cose terrene per involarsi verso un cielo verso il quale l’anelito non è mai stato celato o mal esternato in tutta la sua produzione poetica. Il tono delle poesie detta quasi una suddivisione in due parti: nella prima si avverte un’assenza, una mancanza, quasi il poeta stesse usando la poesia per ricordare qualcosa o, meglio, qualcuno, che era presenza e che oggi ha mutato la sua condizione; nelle poesie successive, invece, si ritrova il Serino dei precedenti lavori, la sua forza e la sua radice, in un’analisi intima degna di nota e che mai abbandona i riferimenti culturali e artistici tipici di questo poeta.

La poesia di Felice Serino si apre sempre alle domande fondamentali, alle riflessioni filosofico-religiose, che fanno bene al lettore, ma anche alla rappresentanza italiana di questa scrittura, alla Poesia nostrana degli ultimissimi tempi intendo, spesso maltrattata con il trattare argomentazioni futili, quando non parli addirittura di questioni sterili con la scusa di essere specchio dei tempi. [Angela Greco AnGre]


https://ilsassonellostagno.wordpress.com/2022/03/11/estratti-da-afflati-di-felice-serino-con-una-nota-di-angela-greco-angre/#comment-17334



venerdì 9 settembre 2022

Un sorriso



vedi l’allodola planare

il suo volo un immaginario arco

lascia nel cielo



"l’albero lo riconosci dal frutto"



pensi

come curiosamente ti sorprenda

quel detto dei Vangeli



e come

il dimenticato aspetti solo

come pane un sorriso



-ti vedrebbe

come un angelo qui sulla terra

che gli allevi la ferita viva



il sorriso è l’inizio

-lo sai


giovedì 8 settembre 2022

Vaghezza era o visione





quell’attraversarti la mente

da nonsense e surreali figure

daliniane

come uscite da un sogno



perdevi la percezione del tempo:

davanti a te

un lungo corridoio asettico

senza interruzione di porte



era come entrare nella morte -



infine sfociare

bagnato di luce



in altra vita - 

sogno nel sogno


martedì 6 settembre 2022

Un nome una voce





un alone di mistero emana

dai lampioni sul lungopò la sera

ectoplasmi o perdute

identità pare s’aggirino

sui viali battuti solo

da qualche meretrice



pensi

possa ispirarti qualche verso

quest’atmosfera impalpabile e attendi

riconoscibili

un nome una voce

che ti salgano da dentro

lunedì 5 settembre 2022

Ulisside





occhi di terra e di cielo

e oceani

occhi ove vive

noetica luce

a sognare procelle e bompressi



e

un’ itaca lontana



esce dalla coda dell’occhio

il tuo vascello

a circumnavigare terre di mistero



ed è casa di mare aperto

l’anima del viaggio

domenica 4 settembre 2022

Un cielo di palpiti


si punterà verso

il non- luogo dell’ Inconoscibile

intrisa la vela del sogno 

del sangue della passione

uscendo dalla bocca della notte



-e siamo grumo e infinito



vivo di palpiti sarà quel cielo 

tenerezza di madre ad accoglierci

sabato 3 settembre 2022

Il sapore del tatto

 “Orizzonti di palpiti".  Ed è già qualcosa di più di un titolo. Una dichiarazione di vita. E quindi di poesia. E di visione poetica. Felice Serino muta il senso, il tatto, rendendo tattile la parola sul rigo. Rigo che non è più orizzontale ma materia plasmabile, esistente, concreta. Serino, ci porta nell’oltre corpo, regno dei regni, dove tutto può il sentire. Il limite è attraversato. Non ci sono più contorni netti se non quelli dettati dal pulsare dell’anima: “ ti senti altrove e il più delle volte fuori dal coro… e sai che tutto è ancora possibile”. Ecco la chiave, la chiave che l’autore ci fornisce per scardinarci e scardinare. Le parole che non vanno sprecate perché: “ sillabe cadute dagli occhi/ l'ingoio di stelle a svanire”. La dimensione del non – ritorno per tornare a guardare l’oggi, il presente, l’ora, l’adesso con sguardo nuovo, puro, severo d’incandescente. Introspezione e universalità. Conoscersi per conoscere: “ per l'uomo e il suo specchio/ dai mille rebus irrisolti/ dove confluisce la sua storia.” Il poeta che, ancora una volta lui, si muta in guida, esploratore, generatore di quesiti e conforto: “ sarà un capriolare/ di dolce vertigine/ come immergerti in una pace amniotica”. Il passo sempre oltre sicuro perché incerto e certo delle incertezze che ci colmano in un continuo domandarsi, interrogarsi, chiedersi : “scuotersi dall'inerzia: vegliare/ con le lampade accese /nel turbinio del mondo”. Sino a divenire corpo- poesia. Un crollo di pareti. Per altre dimensioni perché: “sempre viva è la rosa di sangue/ e splende di bellezza”. E il palpito diventa rumore di mille mari calmi e mossi, cicli lunari, il suono dell’inestricabile a sciogliersi “cosa saremo/ chi ci dirà?”. Il fiato si forma verso inscalfibile di chi ha visto l’invisibile e per noi lo traduce. “Dietro il velario di carne /chi siamo?” chiede il poeta pacificandoci viaggio che non ha fine. E che mai finirà.


enrico marià 

venerdì 2 settembre 2022

Tu regina della notte





sei nelle mie corde e metti ali

a sorvolare questo male oscuro

d’un mondo fatto a pezzi

tu regina della notte



poesia che ti sveli

al lume d’una luna menomante



l’anima è inclinata nella luce



ci salverà la bellezza?

giovedì 1 settembre 2022

Nuovo e-book scaricabile

 Al seguente link un nuovo e-book, autoprodotto, scaricabile gratuitamente.

Buona lettura.

https://questallumaredanima.files.wordpress.com/2022/09/serino_oltre-lesilio-1.pdf




Quale limite


(parla un intellettuale)


[a tutti gli oppressi dai regimi]


aveva appena letto

che subito arricciarono il naso

quelli che si conformano


all'ultimo verso

uni sbieco incrociare di sguardi


aveva superato il limite?

quale


forse della paura


candidamente

parlava di libertà


quella che accende le stelle

sopra un oceano d'amore sconfinato


30.8.22