martedì 30 agosto 2022

Angelo della luce su Arteinsieme

 https://www.arteinsieme.net/renzo/index.php?m=45&c=20&det=23879

Tempo-sospensione




tempo elastico

gli orologi molli di dalì

tempo- sospensione l’aprirsi del fiore

tempo di blake

sospeso nel balzo

lucente della tigre

tempo diluito non- tempo onirico

tempo dilatato che

scandisce deliri di luce

in una tela di van gogh

tempo sospeso

immobile indolore


(2001)

lunedì 29 agosto 2022

Tripudio di luce


aspetto l’ ineluttabile

disfacimento della veste



come l’ albero delle

foglie



quelle macerano

l’ albero è albero



il suo sangue in letargo

attende



un nuovo tripudio della luce


domenica 28 agosto 2022

Se tendi oltre l'orizzonte

 






luce letale per distrofici

una grazia per altri e i gatti

acciambellati nel sole


riserva novità la mattina

se tendi oltre l'orizzonte

lo sguardo assuefatto ai naufragi


Nota: chi è affetto da distrofia corneale ha problemi a vedere la luce.


27.8.22

sabato 27 agosto 2022

In un remoto altrove di Felice Serino letto da Angela Greco

 



Felice Serino, In un remoto altrove - poesie, 2018 presentazione di Donatella Pezzino, autoproduzione da richiedere gratuitamente all’autore (tramite il profilo social), oppure - da aprile 2020 - scaricabile dalla piattaforma ISSUU, è la nuova raccolta di questo poeta campano (Pozzuoli, 1941) residente a Torino.

Immediatamente risulta particolarmente degno di nota il fatto di aver messo a disposizione dei lettori la propria opera senza remunerazione; indice di una certa idea di poesia che trova compimento nello scrivere per donare all’altro il proprio sentire, il proprio vissuto e il proprio vedere. Poesia come dono, quindi; concetto che altre volte ho attribuito a Felice Serino, anche legandolo alla sua prolificità. 

I testi presentanti nella silloge In un remoto altrove fanno riferimento all’anno 2018 e hanno la delicata bellezza - mi si conceda la metafora - di un cielo trapunto di stelle, ognuna con la sua luce particolare e tutte insieme pronte a rischiarare notti tutte uguali per buio, silenzio e solitudini. Vengono confermati i temi propri di questo autore, il rapporto con il sacro, la trascendenza, la passione artistica e l’attenzione verso gli accadimenti dell’esistenza, sottolineando un percorso autodidatta che nel tempo ha condotto Felice Serino, senza dubbio, ad un certo livello e ad un valore confermato dai lettori, che in questi versi ritrovano attenzione e dettagli degni di nota. Tra queste pagine si avverte nitido e si legge con ricchezza di linguaggio l’amore del poeta per la sua materia, la Poesia, alla quale vengono dedicati versi colmi di rispetto e speranza, ma anche di meraviglia, come se tutto il tempo già trascorso a scrivere fosse un tempo mai passato, ma ancora nuovo e tutto ancora da vivere; un tempo, quello della poesia, che rende vivo e appassionato il poeta, che felicemente ne trasmette al lettore.

Una presenza che si lascia osservare da vicino, e che mi piace evidenziare in questa sede, in un remoto altrove, dove per remoto si intendere non già un luogo lontanissimo nel tempo, quanto piuttosto un punto lontano dall’occhio per il quale, però, è ancora possibile la visione distinta, è quella dell’angelo, presente in un nucleo centrale di componimenti, i cui versi spesso definiscono anche la poesia stessa e finanche il pensiero dell’autore: è ubiquità ed ali l'angelo / o essere-pensiero; asimmetriche tracce / lascia la poesia ch' esprime / l'angelo-farfalla; poesia / è dove l'angelo perde una piuma; nella camera della mente / non è detto non t'appaia l'angelo / dell' affresco / che ti rapì quand' eri bambino; memoria di volo / dell' antenascita - quando l' angelo / benigno si piegò / nel vestire la carne. Un messaggero reale, l’angelo di Felice Serino, che avvicina l’Uomo alla parte meno tangibile, alla sfera celeste, all’oltre-umano, che appare nelle poesie, al posto della divinità e in nome del sacro, completando quel dualismo carne-spirito molto forte nel pensiero dell’autore, nella speranza di avvicinarsi sempre un po’ di più al secondo, attraverso la riflessione e l’esperienza del primo.

Le altre poesie di questa silloge levano liriche a svariati argomenti, momenti che hanno suggestionato l’autore e attimi che hanno mosso penna e sentimento e che si configurano come luoghi di riflessione per il lettore, che mai esce deluso dalle pagine di Felice Serino (in chiusura si riporta una breve selezione di testi), il quale, con maestria, conclude questo nuovo lavoro con una poesia intitolata “Alba”, che già di per sé è un programma ed un invito alla prossima pubblicazione. [Angela Greco]



Alba 


nella luce che sale 

generosa sei 

come musa che l'abbrivio dà 

col primo verso 


-aria 

di vetro - parola sospesa 


come andare in mare aperto 


sogno o stato di grazia



*Quella che appare 


quella che 

appare - che luccica o getta 

ombre - non è la realtà 

che credi 


se ci pensi: perfino 

quest'essere-soma non è 

reale ma in divenire - carne 

e proiezione del cielo 


reale è ciò che non 

vedi - e che ti fa dire 

Amore 


quando ti genufletti nella luce


*


Tu madre del mio silenzio 


tu madre del mio silenzio 

tu cattedrale del sangue

indiato


-poesia- apri lunghe sospensioni 

e varchi 

e archi di luce ricrei 

tra ciglia d'amanti 


tu fai spuntare fiori tra le pietre 

preservi un raggio di sole 


per gli occhi persi 

del povero cristo 

nei giorni anodini


*


Ai margini del foglio bianco 


occupi il bianco ai margini 

dove apporre note 

varianti 


restano obliqui segni 

come di ferite 

su aborti di pensieri 


è il vasto mare del possibile 


vi si estenua 

nelle sue immersioni il sub 

per una parola-perla



 

https://ilsassonellostagno.wordpress.com/2020/05/27/in-un-remoto-altrove-di-felice-serino-letto-da-angela-greco/#comment-13804





venerdì 26 agosto 2022

Tu madre del mio silenzio


tu madre del mio silenzio

tu cattedrale del sangue

indiato



-poesia- apri lunghe sospensioni

e varchi

e archi di luce ricrei

tra ciglia d’amanti



tu fai spuntare fiori tra le pietre

preservi un raggio di sole



per gli occhi persi

del povero cristo

nei giorni anodini


giovedì 25 agosto 2022

Sul filo teso


camminando su filo teso

se la mente vacilla e

s’affaccia su orrido abisso


Tu lo sai -

è l’altro me a cui 

ho dichiarato guerra per onorarti


son diviso e ogni pensiero contrasto

se emerge non da sangue


e come potrebbe

la pianta ripudiare la radice? e la corolla 

che s’apre alla luce odiare la luce?

martedì 23 agosto 2022

Spampina la rosa


turbine avanza

in un batter di ciglia - deserta

la piazza solo una gatta sotto

un’auto acciambellata



han lasciato i vecchi

il loro gioco di carte



più in là la bellezza

deturpata



al crocevia del grido

la rosa spampinata

lunedì 22 agosto 2022

Aforisma

 



Le cose non sono così semplici. Non lo sono mai state. Scegliere la strada più facile è solo un modo un poco più onorevole per fuggire.
Giorgio Faletti

Spleen 3


lo scoglio 

e tu 

come un tutt’uno 

quasi sul ciglio 

del mondo avvolto

in una strana luce



labbra di cielo 

questo

contatto di sole



vedi nell’aria

marina

un gabbiano planare

su una solitudine

che ti lacera

all’infinito

sabato 20 agosto 2022

Recensione a “La vita nascosta” di Felice Serino Di Donatella Pezzino



Il poeta: sognatore, visionario, angelo caduto. Nel caso di Felice Serino, anche viandante. La cui strada sta in quella sottile zona intermedia tra il mondo sensibile e la dimensione trascendente. Per questo viandante, la vita stessa è viaggio; una ricerca continua e instancabile, un afflato spirituale, prima ancora che lirico, verso quell’oltre che ogni realtà sembra sempre celare in sé. Non a caso, “La vita nascosta” è il titolo della pluriennale raccolta di liriche nelle quali, dal 2014 al 2017, l’anima del viandante si è voluta raccontare, riversare, svelare: nelle dolcezze dell’attimo, negli inciampi sotto la pioggia battente, nei vuoti incolmabili, nelle domande senza risposta; nei lunghi dialoghi con sé stessa e con Dio. Questo è Felice Serino, fine artigiano di sogni reali e di realtà sognante, aedo di una dimensione parallela in cui tutto parla con il linguaggio perfetto, intellegibile solo all’anima: il silenzio. E in Serino il silenzio racconta i ricordi, le lotte, gli affanni segreti; facendosi racconto di un lungo percorso verso    quel punto luminoso e vitale che, lungi dall’essere il punto d’arrivo, diventa abbandono catartico. In questo percorso, l’anima errante si fa parola, e parola silenziosa; in quella contemporaneità di passato, presente e futuro che è, in fondo, la vera estensione del nostro vissuto. Come ogni silenzio, anche la parola silenziosa di Serino è coincidenza di opposti: tutto e niente, vita e morte, trascendenza e immanenza, carne e spirito. In quanto tale, ogni parola è un infinito: di voci, di suoni, di odori; di ricordi, di percezioni; di gioie incontenibili e di dolori laceranti. Quante cose quindi potrà raccontare? Quante potrà fare emergere dal cuore di chi sa ascoltare? Per questo, in Serino l’autore si fa, più che creatore, scultore del verso: uno scultore sensibile e amorevole, che rivela, sbozza, combina forme e sfumature; senza mai eccedere, perché la bellezza, così come la verità, sta sempre nel giusto, nell’armonico, mai nell’eccesso. Ecco perché ogni poesia di questo autore spicca per la sua moderazione: nei colori soffusi, quasi un bianco e nero appena rosato; nel numero dei versi, pochi e intrisi di dolcezza, anche quando in essi è il grido dirompente, lo strazio esistenziale, la malinconia che corrode. Un fiore esangue, spampanato già al suo sbocciare: perché nei suoi colori, l’occhio dell’anima vede già come fatto compiuto quel trascolorare che della morte ha solo l’apparenza, ma che in realtà manifesta la vera essenza della vita. Lo spirito: ecco la dimensione nella quale tutta la poesia di Serino si fa carne e sangue, per sublimare poi nella fede ciò che per altri è destinato a rimanere puro male di vivere. In Serino, la coscienza del dolore è ferita aperta: viva, bruciante, inguaribile. Eppure, il dolore è luce. Che ci guida, che ci sostiene. E che pure è possibile amare:


pure

ami la luce

ferita:


chiedile

delle infinite crocifissioni


fattene guanciale

in notti di pianto


Una fine che è dentro ogni inizio: perché andare avanti è un guardarsi indietro, dove uno specchio moltiplica all’infinito le nostre contraddizioni:


Luce ed ombra rebus in cui siamo

impronte di noi oltre la memoria

forse resteranno o

risucchiati saremo

ombre esangui nell'imbuto

degli anni


guardi all'indietro ai tanti

io disincarnati

attimi confitti nel respiro

a comporre infinite morti


C’è ovunque, in questo voltarsi indietro, un forte senso delle cose perdute: non puro e semplice rimpianto, ma quasi una cancrena, cresciuta nella parte più nascosta del cuore per poi radicarsi    in ogni punto della carne, fino a creare un velo tra noi stessi e la nostra capacità di rapportarci al presente:


pensando a te vedo

il vuoto di una porta

e dietro la porta ricordi

a intrecciare sequenze indistinte

sogni e pensieri asciugati

mentre un sole

di sangue s'immerge nel mare


Il presente, in questo senso, si configura come una lunga sequenza di déjà-vu, intrecciando il vissuto alla memoria, e le immagini dei luoghi sognati a profumi realmente accaduti:


del luogo sente quasi il profumo

salire dalla terra

lo spirito che si piega

a contemplare


gli sembra di esserci già stato

o forse l' ha sognato

... e quell'albero vetusto

sopravvissuto

a suo padre a fargli ombra

a occultargli

in parte l'ampia veduta

del mare quello stesso mare

che vide i suoi verdi anni


e il vissuto

(come in sogno) divenuto

lontana memoria


Il mare, la terra, la giovinezza; la visione, il ricordo, e poi, più profondamente, la coscienza di sé, nuda, scarna. Un sé da cui la morte, prima ancora che la vita ci abbia detto chi siamo, ci separa, ci libera, stemperandoci amnioticamente nelle acque di un cielo in cui la rinascita è al tempo stesso un ritorno. 


alla fine del tempo

è come ti separassi da te stesso

in un secondo ineluttabile strappo

simile alla nascita

quando

ti tirarono fuori dal mare

amniotico

luogo primordiale del Sogno

stato che

è casa del cielo


Nella morte tutto, forse, sembra acquisire un senso nuovo: perché in quel distacco, paradossalmente, il mondo ci possiede come mai quando eravamo in vita:


ritenere antinomia

la morte - la tua


come un abbaglio o un

trapassare di veli


e nel distacco

quando

il mondo senza più te sarà

impregnato della tua essenza


" leggerai" il tuo

necrologio

pagato un tanto a riga


Non manca, in queste liriche, l’appello al sogno come via di salvezza dalla più scabra disillusione: ma lo scandaglio, minuzioso e severo, sembra non avere esito certo. La domanda resta appesa; gli anni a tremare, indistinti, nella loro stessa ombra. E’ l’indefinito, uno dei motivi più forti e pregnanti di tutta l’opera: quel punto cartesianamente evidente, chiaro e distinto, l’unica verità delle cose che, in ultima analisi, ci è data di conoscere.


è nello spazio delle attese

nel bianco del foglio

nel buco nero del grido di munch


l'indefinito

è nell'aprirsi del fiore

nel fischio del treno in un lancinante addio

nell'intaglio

dello scalpello su un marmo abbozzato


l'indefinito è in noi

sin dallo strappo

di sangue della nascita


Non esiste antidoto alla nostra piccolezza, alla nostra finitezza: tutte le riflessioni, anche le più raffinate, ci portano sempre allo stesso vicolo cieco, alla stessa prigione di carne e sangue dove lo spirito soffre, ricorda, ama. Per questo il viaggio, seppure inquieto e periglioso, è preferibile alla quieta stasi di una stanza chiusa: “forse meglio l'attesa/a dipanare e sdipanare le ore/che l'appagamento/senza più desideri”, perché il bisogno di desiderare è insito nella stessa condizione umana; quasi come l’atto del respirare, in cui un respiro ne attende un altro, e poi un altro ancora, per permettere al corpo di continuare a vivere. E’ questa attesa che rende l’uomo, pur nella sua limitatezza, arbitro del suo destino; all’interno, però, di un disegno più grande da cui Serino, in quanto uomo di spirito e di fede, non può prescindere:


chi mai ti toglierà quel posto

da Lui riservato

secondo i tuoi meriti

altro è la poltrona

accaparrata a

sgomitate

trespolo che pur traballa

come in un mare mosso

finché uno tsunami

non la rovescia la vita


Chi è il Dio di Felice Serino? Da un filosofo, costantemente proteso al fine lavoro speculativo, potremmo forse aspettarci qualcosa di complesso, di aristotelico, che ci spieghi in qualche modo i grandi quesiti dell’esistenza. Invece, il Dio di Serino è amore. Solo e semplicemente amore, e conoscibile in quanto la nostra anima ne costituisce il riflesso: 


noi siamo proiezione di Dio

e come angeli incarnati

del nostro Sé

similmente di noi

i nostri figli


-frecce scoccate oltre

il corpo

dall'arco teso dell'amore



E’ il Dio dell’infanzia, della semplicità: dei lunghi colloqui del bambino con il proprio angelo custode, della vita dopo la morte, dell’eternità di quella Luce che culla e conforta l’anima alla fine del viaggio:


la Tua luce

abita la mia ferita

che trova

un lieto solco

nel suo risplendere


Tu

a farti bambino ed ultimo


per accogliere

il nomade d'amore

dalle aperte piaghe 


Piaghe che rimandano ad altre, più profonde e traboccanti: le piaghe della Passione, il cui rosso sangue diventa, come l’ultima luce del cielo al tramonto, faro di salvezza per le anime disperse nei marosi della vita:


acqua mutata in vino

perché continui la festa


così al banchetto del cielo

con l'Agnello sacrificato

acqua e sangue dal Suo costato

dal sacro cuore vele

le vele rosse della Passione

nella rotta del Sole

per gli erranti della terra


E, seguendo questa rotta, si arriva; come è accaduto alle anime piccole che hanno creduto, e che chiudendo gli occhi hanno visto, attraversando il fango del mondo senza restarne macchiati, come espresso in questi versi dedicati a Madre Teresa: 


la verità è il tuo sangue

che vola alto

planando

su celestiali lidi


oltre


le sere che chiudono le palpebre

sul cerchio opaco del male



http://poesiaurbana.altervista.org/recensione-donatella-pezzino-la-vita-nascosta-felice-serino/

venerdì 19 agosto 2022

Spleen 4



Leonid Afremov - Flash on the sunset



brusio di voci



galleggiare di volti

su indefiniti fiati



si sta come 

staccati 

da sé



golfi di mestizia

mappe segnate 

dietro gli occhi



vi si piega

il cuore

nella sanguigna luce

giovedì 18 agosto 2022

Sopra il senso delle cose


Cano cristale Colombia


chi può conoscere

meglio della terra i morti



l’inverno col suo bianco manto

il silenzio copre e il loro cuore



oltre orizzonti di palpiti

vegliando aleggia 

il mistero

sopra il respiro dei vivi



sopra il senso delle cose

come un sole freddo

martedì 16 agosto 2022

Solitudine



Tramonto di Venezia dalla riva degli Schiavoni



-finché ci siamo- la candida

filosofia dell’anziano



il consueto giro pomeridiano 

per godere un po’ di sole



non si muove foglia

ma voglia il cielo

risparmiargli una solitudine feroce

che scava come goccia nella roccia


lunedì 15 agosto 2022

Siesta

 





di sé t’innamora il verso

perfetto


meriggiare pallido e assorto -

rilassante quasi a conciliare 

il sonno



di qua dove sei 

la pineta - di là il mare -

chiudi il libro di Montale

e gli occhi



contro l’ obliqua luce fra i rami



in te mezzo assopito 

ora perdura 

il dondolio delle altalene 

e dei teneri corpi 



quasi fatti d’aria

domenica 14 agosto 2022

I tuoi santi


corda tesa tra la bestia e l'angelo


scala al cielo per

l'Assoluto


c'è sempre

l'iconoclasta che


lascia osceni echi nel sangue


dileggiando i santi che

tu Nina preghi incessante


7.8.22

sabato 13 agosto 2022

Vita trasversale e altri versi (2017-2019) di Felice Serino letto da  A.Greco 20 GIUGNO 2019  ~  ANGELA GRECO - ANGRE

 Felice Serino  (Pozzuoli, 1941), in questa prima metà del 2019, offre ai lettori una nuova raccolta di versi –  Vita trasversale e altri versi (2017-2019)  – densa, corposa e sempre degna d’attenzione, nella quale mette nero su bianco, oltre ai suoi distintivi temi, anche la grande voglia di comunicazione e condivisione, che da sempre caratterizza la sua poesia, fruibile on line in un susseguirsi di confronti in siti e riviste, luoghi telematici e persone, utili senza ombra di dubbio alla crescita dell’autore, unitamente al suo interesse fine e svariato per la lettura. Di quest’ultima opera è interessante segnalare l’apparato di note critiche e recensioni (riferito alle più recenti pubblicazioni) che chiude il testo: una raccolta di autori, che hanno letto e condiviso la poesia di Felice Serino, che hanno seguito i suoi passi, fino all’attualità, momento ancora in divenire, testimonianza della continua ed efficace formazione dell’autore. Ecco, la lettura dei versi di questa  Vita trasversale  dovrebbe iniziare da qui, dalla consapevolezza di essere in cammino, in transizione tra due mete e con la voglia sempre viva di procedere, di essere un ponte gettato tra un ricordo e un sogno, tra l’accaduto e la speranza, tra il vissuto e l’augurio per il domani.

Il libro è articolato in tre parti (Vita trasversale,  Trasparenze,  In un remoto altrove) che raccolgono ‘percorsi’ utili ad orientarsi tra le oltre cento poesie raccolte negli ultimi anni di scrittura. Una lettura impegnativa dal punto di vista fisico, ma scorrevole e interessante all’atto pratico, che conferma Felice Serino autore prolifico e disponibile a mettersi in gioco, al grande tavolo della poesia contemporanea, ad incontrare il punto di vista altrui sui suoi componimenti asciutti, concisi, dal verso breve, in assenza di punteggiatura e punto finale, confermandosi, inoltre, fonte sempre viva di input supportato in quest’ultimo lavoro dall’efficace presentazione di Donatella Pezzino, che pone l’accento – che condivido, come in altri scritti già detto – su quel che è il cardine della poetica di Serino, scrivendo: “Qualsiasi cosa saremo, siamo stati amore, ed è questo ciò che potrebbe sopravviverci. L’amore, eterno e ubiquo, ha una forza pari soltanto a quella della fede.” Dunque, poesia che vince il tempo mortale, come l’amore vince tutto e, facendo eco alle parole di Virgilio, a noi non rimane che arrenderci all’amore e alla poesia, mi permetto di aggiungere, riportando in compendio alcuni versi:  una farfalla è una farfalla ma / tutto un mondo nella sua essenza // la natura / riflesso del cielo è preghiera / ogni respiro ogni sangue / vòlto verso l’alto è lode // l’anima nel suo profondo / in segreto s’inginocchia e piange  (“Tutto è preghiera”) e, anche:  Infinite vite infinite vite possibili / ha forse l’anima quel che è detto da taluno / l’essere moltiplicato // mai si chiude il cerchio? // è come traversare innumerevoli / porte nei meandri dei sogni / o abbandonarsi a visioni / di déjà vu // non si chiuderà il cerchio se / come si sa / è del Demiurgo un continuo creare / infiniti / mondi-entità col solo sognarsi  (“Infinite vite”), che ben evidenziano il senso finale della poesia di Felice Serino, unitamente ad un senso di pluralità al quale è difficile sottrarsi.

Le poesie della prima parte,  Vita trasversale, sono un inno allo spirito, alla preghiera e alla Luce, in cui si incrociano e sovrappongono dediche a questioni religiose e a persone scomparse, confermando la forte fede dell’autore, nutrita di rimandi filosofici, occidentali e orientali, supportata dalla costante presenza di entità extra corporee, angeli e sogni, in forza alla poesia stessa, che racchiude anche una bella sezione dedicata alla Musa, da cui deriva la Poesia stessa, in cui Serino ci lascia intuire il suo concetto di poeta e poesia.

Trasparenze, conferma i temi della prima parte, con versi più concreti, ma sempre qualche passo più in alto del suolo calpestabile, adornati di ricordi ed esperienze, in una deriva verso i tempi moderni:  anneghi / nell’effimero d’una vita marginale // tenti nell’indaco prove di volo / -fino a che dura il sogno // da quale parte è la verità ti chiedi / nei momenti lucidi  (“Prove di volo”); oppure:  combatti contro i mulini / a vento delle ipotesi / ti vedi quel filo d’aquilone / tenuto da un bambino e / toccare il suo cuore e il cielo // o quel bimbo ti vedi / tenuto dal genitore per mano // o ancora -tra fremiti d’ombre- / quel figlio prodigo / che ti torna in sogno: che anni / scavalca a ritroso // per chiedere perdono / al padre sul letto di morte  (“Ipotesi dell’impossibile”); in “Se avranno voce” si legge:  ed è pleonastico il tuo dire /   i tempi son cambiati e / alle piante seccano / i timidi germogli // i pesci son gonfi di plastica e / i cieli di cenere / e i mari piangono coi miei occhi // lasciare parlino i fatti / se voce avranno / in una -lesta?- inversione di tendenza .

L’ultima parte del libro, intitolata  In un remoto altrove, sembra riassumersi nei versi di “Indivisa sostanza”, che recitano:  sono indivisa sostanza / dimora delle origini / porto il respiro di voci / tra ramate ombre // nelle trame del vento / lascio si dilegui la morte / mi vivono nella carne / illimitati cieli // mi ustiono di rosacea luce, in una ricognizione del proprio operato e del proprio sentire, spaziando dall’arte ai fremiti di un cuore che non smette di scrivere ed essere poesia, una via di riflessione e un punto d’appoggio, forte del suo percorso anagrafico ed esperienziale, che concede al poeta di poter dire, in chiusura, che “Tutto è ancora possibile”. [Angela Greco]

.

Tutto è ancora possibile

.

ti senti altrove e il più

delle volte fuori dal coro

.

ti chiedi se -nell’ordito della vita dove

si spezza la parola- ti sei perso

qualcosa – vorresti allora

rovesciarti come un guanto

.

riconoscerti come il

fuori del tuo dentro

.

aprirti a un’ alba che

diradi questa

corolla di tenebre

.

e sai che tutto

è ancora possibile




https://ilsassonellostagno.wordpress.com/2019/06/20/vita-trasversale-e-altri-versi-2017-2019-di-felice-serino-letto-da-a-greco/?fbclid=IwAR0wR45K2PxfPD8blP6OJxIf7bTWGSvlRS81k_ROEA8BCPJ_fnohLWYFRVY 




venerdì 12 agosto 2022

Delle vanità



Ruota panoramica e grattacielo - Cesenatico


I

non hai mica visto la Madonna - se

sei andato in estasi per uno 

scalmanato che si agita sul palco


-emulo sei

sbavi per il successo



 II

vedi tutto questo? sarà tuo se...

cogli l'intenso e breve

l'offerta allettante - il se ti eccita lo temi


ah inganno 

del mondo che nasconde una mano

nel sangue dei papaveri


31.7.22