sono io quel ragazzo che
scappò da casa con poche lire in tasca
e un quaderno d'improbabili versi?
lo sono sì ma dopo sei decenni
non mi riconosco in lui se non nel sogno
ricorrente che al mattino mi lascia
il cuore stretto dall'angoscia
sarà un residuo di colpa da espiare
per aver procurato un veleno sottile
a chi bene mi voleva
19-20.9.22
Da Facebook:
RispondiEliminaRaffaele Ferrari
Voglio fare capo al pensiero contenuto nei versi asciutti ma non avari di questa tua, per ricordarti, a mio vedere, che se vuoi crescere nel tuo io, devi causare necessariamente, "veleno sottile" prezzo da pagare al pacchetto della vita. A chiunque di noi cerchi emancipazione questo sarà lo scotto dovuto. Con amicizia, Raffaele
Quel senso di colpa pungente, che torna per aver fatto del male a persone care....Versi di grande realtà, apprezzati
RispondiEliminaGrazie di cuore, Silvia, per il commento gradito. Buonanotte.
EliminaNon so quanto sia lecito lasciare angoscia appiccicata sui tavoli, alle tende scostate in cerca di ritorni.. ma ci sarebbe da conoscere intere storie, complete e chiare motivazioni, per tacer di quelle oscure, invece, quelle che indicano la porta ad ogni schiarire d'alba..
RispondiEliminaGrazie infinite per la tua osservazione di grande spessore e umanità, che mi ha molto toccato. Un caro saluto.
EliminaDal blog Assonanze su Wordpress:
RispondiEliminaFlavio Almerighi
ora che sei genitore, anche tu sai di quel veleno sottile; è una poesia molto bella sul senso della vita e delle sue stagioni, te la rubo per il Domenicale del 25 settembre