giovedì 30 giugno 2022

Mare aperto


parvenza: luogo altro: il sogno

che muove ondivaghi sensi


gesti evanescenti

volteggi - voli


l'anima è un mare aperto


Leonid Afremov - Flash on the sunset





martedì 28 giugno 2022

Più d'una vita


convivere con gli umori

di un corpo di morte



dall’animalità all’angelo: questa

l’impervia salita



più d’una vita se dal sangue

fioritura sia d’ali levate:



ogni passo ne perdi una piuma




lunedì 27 giugno 2022

Capita che il bosco mi parli


capita che il bosco mi parli

ogni volta che abbraccio il "mio" albero



-risale

a un rito atavico

l’abbraccio: patto di luce- amore-



mi parla -il bosco-

tendendo le mille sue braccia

nell’espandersi in canti che allargano il cielo



la casa degli uccelli

si fa allora santuario del cuore



empatia

che mi congiunge 

all’esplosione della fioritura



come fossi io nell’albero






domenica 26 giugno 2022

Lavavo la veste

 


trovai ch'erano fastidiose mosche

ronzanti nella luce della preghiera


a non dar peso

imparai dopo lacrime e sangue


lavavo la veste 

invischiata nelle panie della notte


Dalì - Il cuore velato

venerdì 24 giugno 2022

Fantasie (ipotesi dell'impossibile)

 


la vita


un giorno puoi sentirti

come un marinaio col mal di terra


e il giorno dopo trovarti

ad annegare in mezzo metro d'acqua




giovedì 23 giugno 2022

Parole


parole sulla bocca

dell’alba

in dormiveglia mentre

inizi l’interiore viaggio



cavare sangue

da neo- nate parole

in seno a un dio

non visto



dove sale la luce


Rob Gonsalves

martedì 21 giugno 2022

Occhi di paradiso


quel giorno che ci hai lasciati

parlava il tuo sguardo muto

-occhi di paradiso



quel giorno 

l’angelo ha colto il tuo dolore

e lo ha appeso ad una stella



ora tra arcobaleni e vento

il tuo aquilone 



sparito nell’infinito



è come volesse cercare

lì il tuo cuore





lunedì 20 giugno 2022

Nell'aria vegetale

 


si aprì il mattino azzurro

nell’aria vegetale

come un mare nel seno del cielo

e da una costola

per lui Egli la plasmò

dalle sinuose forme

a far tondi gli occhi bramosi

d’un amore tendente alle

stelle

Suad Al-Attar


domenica 19 giugno 2022

Riflesso


(il soma: appendice del cielo)


siamo solo pensiero

non espanso


frammento della Mente che 

crea universi-mondi


(riflesso questa vita 

che si guarda vivere: 


un mondo in un altro)


18.6.22




sabato 18 giugno 2022

Vita trasversale e altri versi (2017-2019) di Felice Serino letto da A.Greco

 


Felice Serino (Pozzuoli, 1941), in questa prima metà del 2019, offre ai lettori una nuova raccolta di versi, densa, corposa e sempre degna d’attenzione, nella quale mette nero su bianco, oltre ai suoi distintivi temi, anche la grande voglia di comunicazione e condivisione, che da sempre caratterizza la sua poesia, fruibile on line in un susseguirsi di confronti in siti e riviste, luoghi telematici e persone, utili senza ombra di dubbio alla crescita dell’autore, unitamente al suo interesse fine e svariato per la lettura. Di quest’ultima opera è interessante segnalare l’apparato di note critiche e recensioni (riferito alle più recenti pubblicazioni) che chiude il testo: una raccolta di autori, che hanno letto e condiviso la poesia di Felice Serino, che hanno seguito i suoi passi, fino all’attualità, momento ancora in divenire, testimonianza della continua ed efficace formazione dell’autore. Ecco, la lettura dei versi di questa Vita trasversale dovrebbe iniziare da qui, dalla consapevolezza di essere in cammino, in transizione tra due mete e con la voglia sempre viva di procedere, di essere un ponte gettato tra un ricordo e un sogno, tra l’accaduto e la speranza, tra il vissuto e l’augurio per il domani.

Il libro è articolato in tre parti (Vita trasversale, Trasparenze, In un remoto altrove) che raccolgono ‘percorsi’ utili ad orientarsi tra le oltre cento poesie raccolte negli ultimi anni di scrittura. Una lettura impegnativa dal punto di vista fisico, ma scorrevole e interessante all’atto pratico, che conferma Felice Serino autore prolifico e disponibile a mettersi in gioco, al grande tavolo della poesia contemporanea, ad incontrare il punto di vista altrui sui suoi componimenti asciutti, concisi, dal verso breve, in assenza di punteggiatura e punto finale, confermandosi, inoltre, fonte sempre viva di input supportato in quest’ultimo lavoro dall’efficace presentazione di Donatella Pezzino, che pone l’accento - che condivido, come in altri scritti già detto - su quel che è il cardine della poetica di Serino, scrivendo: “Qualsiasi cosa saremo, siamo stati amore, ed è questo ciò che potrebbe sopravviverci. L’amore, eterno e ubiquo, ha una forza pari soltanto a quella della fede.” Dunque, poesia che vince il tempo mortale, come l’amore vince tutto e, facendo eco alle parole di Virgilio, a noi non rimane che arrenderci all’amore e alla poesia, mi permetto di aggiungere, riportando in compendio alcuni versi: una farfalla è una farfalla ma / tutto un mondo nella sua essenza // la natura / riflesso del cielo è preghiera / ogni respiro ogni sangue / vòlto verso l'alto è lode // l'anima nel suo profondo / in segreto s'inginocchia e piange (“Tutto è preghiera”) e, anche: Infinite vite infinite vite possibili / ha forse l'anima quel che è detto da taluno / l'essere moltiplicato // mai si chiude il cerchio? // è come traversare innumerevoli / porte nei meandri dei sogni / o abbandonarsi a visioni / di déjà vu // non si chiuderà il cerchio se / come si sa / è del Demiurgo un continuo creare / infiniti / mondi-entità col solo sognarsi (“Infinite vite”), che ben evidenziano il senso finale della poesia di Felice Serino, unitamente ad un senso di pluralità al quale è difficile sottrarsi.

Le poesie della prima parte, Vita trasversale, sono un inno allo spirito, alla preghiera e alla Luce, in cui si incrociano e sovrappongono dediche a questioni religiose e a persone scomparse, confermando la forte fede dell’autore, nutrita di rimandi filosofici, occidentali e orientali, supportata dalla costante presenza di entità extra corporee, angeli e sogni, in forza alla poesia stessa, che racchiude anche una bella sezione dedicata alla Musa, da cui deriva la Poesia stessa, in cui Serino ci lascia intuire il suo concetto di poeta e poesia.

Trasparenze, conferma i temi della prima parte, con versi più concreti, ma sempre qualche passo più in alto del suolo calpestabile, adornati di ricordi ed esperienze, in una deriva verso i tempi moderni: anneghi / nell'effimero d'una vita marginale // tenti nell'indaco prove di volo / -fino a che dura il sogno // da quale parte è la verità ti chiedi / nei momenti lucidi (“Prove di volo”); oppure: combatti contro i mulini / a vento delle ipotesi / ti vedi quel filo d'aquilone / tenuto da un bambino e / toccare il suo cuore e il cielo // o quel bimbo ti vedi / tenuto dal genitore per mano // o ancora -tra fremiti d'ombre- / quel figlio prodigo / che ti torna in sogno: che anni / scavalca a ritroso // per chiedere perdono / al padre sul letto di morte (“Ipotesi dell’impossibile”); in “Se avranno voce” si legge: ed è pleonastico il tuo dire / i tempi son cambiati e / alle piante seccano / i timidi germogli // i pesci son gonfi di plastica e / i cieli di cenere / e i mari piangono coi miei occhi // lasciare parlino i fatti / se voce avranno / in una -lesta?- inversione di tendenza .

L’ultima parte del libro, intitolata In un remoto altrove, sembra riassumersi nei versi di “Indivisa sostanza”, che recitano: sono indivisa sostanza / dimora delle origini / porto il respiro di voci / tra ramate ombre // nelle trame del vento / lascio si dilegui la morte / mi vivono nella carne / illimitati cieli // mi ustiono di rosacea luce, in una ricognizione del proprio operato e del proprio sentire, spaziando dall’arte ai fremiti di un cuore che non smette di scrivere ed essere poesia, una via di riflessione e un punto d’appoggio, forte del suo percorso anagrafico ed esperienziale, che concede al poeta di poter dire, in chiusura, che “Tutto è ancora possibile”.

[Angela Greco]


Tutto è ancora possibile


ti senti altrove e il più

delle volte fuori dal coro



ti chiedi se -nell'ordito della vita dove

si spezza la parola- ti sei perso

qualcosa - vorresti allora

rovesciarti come un guanto



riconoscerti come il

fuori del tuo dentro



aprirti a un' alba che

diradi questa

corolla di tenebre



e sai che tutto

è ancora possibile






Gian Piero Bona - GLI OSPITI NASCOSTI

 Gian Piero Bona (Carignano, 8 novembre 1926 – Moncalieri, 27 ottobre 2020). 

Nel 2013 ha vinto il Premio Dessì per la poesia.

GLI OSPITI NASCOSTI è del 1990.



venerdì 17 giugno 2022

Notte liquida

 



orfanezza del cuore

su sfiorite rive

occhi

come laghi in fremiti di vita



dove

distorto volto d’angelo traspare



lanciarsi anima e corpo

nell’ebbrezza della notte liquida




giovedì 16 giugno 2022

Noi due

 



chi resta

avrà dall’altro da lassù lo sguardo

o dai recessi dell’essere dove

si presume

risieda l’anima



chi resta alzerà gli occhi al cielo

in un atipico silenzio

rassegnato



un’altra primavera e

nuovamente

guarderà il glicine fiorire

si domanderà

dove stanno i ricordi vissuti

pezzetti di cuore



sa che tutto è 

un eterno presente


Vladimir Kush - Anticipazione di un riparo notturno

martedì 14 giugno 2022

Fragile foglia


e nel momento del distacco


l'io si farà fragile foglia


appoggiata ad una spalliera di vento





custodisco gelosamente questa foglia dono di un'amicizia.

lunedì 13 giugno 2022

Nell'anima bambina


come non ricordare il rifugio

del passerotto intirizzito

le mani a giumella e il caldo fiato



o il micino di pochi giorni

lucido di saliva

portato in bocca da mammagatta



come non riconoscere

le tracce lasciate

sul sentiero teatro di giochi

e l’acuto

richiamo della madre

la tavola apparecchiata

inondata da sciabole di sole



immagini vive custodite

nell’anima bambina



che ancora ti chiamano dal buio

fondo degli anni




domenica 12 giugno 2022

Per poca fede


vertigine dei giorni vuoti -

ci si trova appesi ad una fune

se apriamo la cerniera della notte


il tempo

ci volgerà le spalle per non

esserci fidati abbastanza


e la luce non ci conoscerà


11.6.22




sabato 11 giugno 2022

C jam blues


 

FELICE SERINO : “ LA VITA NASCOSTA” – Ed. Il mio libro – 2017- pagg. 368 – € 22,00 —-

 

cover per il formato e-book


Con una propria narrazione pacata e teneramente cucita Felice Serino (1941) riesce a realizzare volumi di poesia concepiti nel ritmo musicale corposo e ricco di sfumature , validamente sostenuto dalla sua intaccabile coagulabilità di autodidatta. Poesie scritte tra il 2014 e il 2017 , e qui sciorinate in capitoli : “trasfigurati aneliti” , “nell’infinito di noi” , “lo sguardo velato”, colmi di partecipazioni oniriche , di illusioni visive , di fragili vertigini, di aneliti di infinito , di vaghe chimere , di indicibili essenze.


“Ha un titolo davvero bello – scrive Giovanni Perri in prefazione – la silloge che il poeta mette in stampa affinché ci colga da subito pienezza e fragilità di un canto da cui discendere , o salire appunto, nel medesimo barbaglio, in un solo grande abbraccio di luce a raccoglierci, a definirci : scintilla interminabile di occhi inconclusi eppure trattenuto nella stessa ferita, nella stessa livida vitalità.”


Un tipo di poesia che fa leva sugli occhi, sulle capacità visive policromatiche degli occhi, questo organo della vista che ci permette di vedere, a volte, cose inaudite se accompagnato e potenziato dalla immaginazione. In questa poesia, da un semplice atto di osservazione, l’autore ricostruisce tutto un universo di sensazioni, di percezioni, di idee che altrimenti sarebbero rimaste nel buio del non-detto. Con la freschezza degli spazi precisi e centrati , con la tensione condivisa e affascinante degli incantamenti, Felice Serino ripropone i suoi esperimenti stilistico formali, ricchi di figure retoriche di armoniose e ampie declinazioni, mostrando le possibilità che la parola , povera e sussurrata , scopre nel fermarsi e fuggire, con levigatezza e nitore. L’alba e il tramonto, la primavera e l’autunno , l’amore e la morte , le vele e i sussulti , le nudità e i tumulti , vanno oltre il ripiegamento solipsistico, ove la superficie della tela ha la ricchezza di sinestesie e di nascondimenti coloristici, quasi a suggerire toni e controcanti in emblemi e stilemi.


*


ANTONIO SPAGNUOLO


http://antonio-spagnuolo-poetry.blogspot.it/2017/05/segnalazione-volumi-felice-serino.html









venerdì 10 giugno 2022

Nascita

 


come appena

emerso


da naufragio di sangue


a luce

ferita


rosa

del tuo fiato - madre -

Dalì - Gala

giovedì 9 giugno 2022

Nell'uno


dal Tutto

ritrovarsi nell’uno

a vivere il sogno della carne



il sangue che cavalca il vento dove

crescono i passi



lacerato dalle lancette

d’un orologio interiore

un Lazzaro a sollevarsi da cento morti

Opera di Carlo Levi

martedì 7 giugno 2022

Con l'anima nuda

 con l'anima nuda o corpo 

etereo lei mi vedrà


mi attraverserà l'aria


senza scheletri nell'armadio

nella nudità che siamo

di me altra visione avrà?


e io di lei?


ci ritroveremo asessuati angeli? 

ci accoglierà pienezza?


6.6.22


Chagall - Amanti al chiaro di luna


lunedì 6 giugno 2022

Ladro di parole



la farfalla immagine-pensiero


sotto la volta del bicchiere


-della cattura l'ebbrezza ma d'un solo


attimo e poi il volo...-


la destrezza nel carpirne la luce


frangente nei colori -


l'inavvertito suono



Dalì - L'occhio del tempo surrealista

sabato 4 giugno 2022

Sublimare la parola

 Dalle stanze del cuore e della mente


(Poesie 2018)


di Felice Serino


Libreria Editrice Urso


Poesia


Pagg. 56


ISBN 9788869542893


Prezzo Euro 10,00



Sublimare la parola


Felice Serino, più che un poeta, è un artista che vive per la poesia ed è tanto

più vero qualora ci si lasci coinvolgere dalla sua consistente produzione che lo

vede sulla breccia da molti anni. Con Dalle stanze del cuore e della mente,

raccolta di poesie del 2018, l’autore, pur nell’ermetismo che la caratterizza,

lascia prorompere una creatività sognante, un’ispirazione profonda che tende a

sublimare la parola. In effetti, come nella famosa poesia di Luzi intitolata Vola

alta parola, anche in questa raccolta i versi si fanno eteree immagini, spiccano

il volo, liberi da qualsiasi legame terreno (da Fonemi - nella bocca della notte

/ -la luna sopra il petto / il letto è un mare dove sillabe / perdono sangue /…)

e, in aggiunta ( Ricordi - confondersi del sangue col colore / dei papaveri nel

sole / ampie distese a perdersi / mentre all'orecchio del cuore / a far capolino

una / melodia nel tempo andata / ricordi / ci si appiattiva scalzi col fiatone /

nell'erba alta / dopo una volata e / in levità d'angeli / quasi non si toccava

terra). Quella delicatezza di esposizione, che da sempre lo contraddistingue,

trova conferma anche in questa raccolta, è sempre più un segno distintivo del

suo stile ed è frutto di come si accosta alla poesia, non con timore, ma con

profondo rispetto. Chissà perché credo che questa sua caratteristica sia un che

di originario, sia frutto di un sentimento nato in lui le prime volte che scriveva

in versi, così che la poesia, la sua creatura, fosse, e probabilmente lo è ancora,

avulsa dalla sua volontà, come se lui risultasse solo il semplice braccio di un

disegno più ampio da cui inconsapevolmente scaturisce il risultato finale, ed è

questo il rispetto per qualcosa di superiore che si compone sotto i suoi occhi. E

ancor oggi che l’età non è più quella dei verdi sogni, l’aspetto sognante,

l’emotività che si innesta riga dopo riga offre l’impressione di trovarsi di fronte

allo stupore e alla serena innocenza di un bambino, come, per esempio, in La

passera (memore della bella accoglienza / me la trovo sul davanzale ogni

mattina / per "condividere" la colazione / è d'un piumaggio lucido e vellutato /

l'ho chiamata "nerina" / …) e probabilmente ancor più con Primavera (capita

che il bosco mi parli / ogni volta che abbraccio il "mio" albero / -risale / a un

rito atavico / l'abbraccio: patto di luce-amore / mi parla -il bosco / tendendo

le mille sue braccia / nell'espandersi in canti che allargano il cielo / ….). La

straordinarietà di queste poesie è nella loro semplicità, non disgiunta tuttavia

dallo svolgimento di tematiche che inducono più a riflessioni che a

interpretazioni perché l’ermetismo dell’autore non esclude mai la facile

comprensibilità, circostanza che, in un’epoca in cui spesso mi tocca leggere

componimenti che risultano del tutto incomprensibili perché chi li ha scritti non

ha idee chiare, conferisce un plus di valore alle stesse. Non credo debba

aggiungere altro, se non il mio augurio di buona lettura.

Renzo Montagnoli

.

Felice Serino è nato a Pozzuoli nel 1941 e vive a Torino. Autodidatta.

Copiosa la sua produzione letteraria (raccolte di poesia: da “Il dio-boomerang”

del 1978 a “Dalle stanze del cuore e della mente” del 2020); ha ottenuto

importanti riconoscimenti e di lui si sono interessati autorevoli critici. E’ stato

tradotto in nove lingue.

Intensa anche la sua attività redazionale.

Gestisce vari blog e tre siti.

.

https://www.arteinsieme.net/renzo/index.php?m=31&det=21559

http://www.poetare.it/recensioni.html

http://kultunderground.org/art/38829/

http://www.liberolibro.it/felice-serino-dalle-stanze-del-cuore-e-della-mente






venerdì 3 giugno 2022

Che luce


che luce bagnerà

i nostri morti - che amore - se l'uno

nell'altro si specchieranno - se

si sogneranno: ti chiedi


se con l'orecchio del cuore  

la provvida Madre 'udranno': 


mangiate di me e non avrete

più fame


31.5.22




mercoledì 1 giugno 2022

Nel fiume di luce


forse

veleggiando nel fiume di luce

anche loro i morti ci sognano

per non annoiarsi



dove cade il giorno

come un vibrare in nudità di sguardi

piegati sul cuore della terra



il loro bianco respiro