sabato 7 maggio 2022

Felice Serino, La vita nascosta (poesie 2014 – 2017) letto da Angela Greco

 sguardi e il tracimare


di palpiti


alle rive del cuore


aria dolce come


di labbra


incanutire di fronde


nella liquida luce


La vita nascosta (2017), di Felice Serino (Pozzuoli, 1941), ultima silloge edita per i tipi “Il mio libro” (in apertura di questa nota, Sguardi e il tracimare) sin dall’esordio propone un impegnativo corpo a corpo tra lettura e lettore sia per l’importante numero di liriche raccolte, sia per il percorso sacro-intimistico-sociale che in essa si snoda, attraversando momenti pubblici e privati, accadimenti reali e propositi a venire, in un caleidoscopio di sensazioni \ emozioni fedele alla poetica, allo stile e al tono pacato e garbato a cui l’autore ci ha felicemente abituati in questi anni da “autodidatta”, come egli stesso si definisce, rivelando con una sorta di meraviglia, in riferimento alla Poesia, l’essenzialità del fatto che in questo comparto non esistono scuole dove imparare il mestiere, ma, quasi si avesse a che fare con un destino, ognuno è artefice di se stesso. Ed in tempi di proclamate e ostentate scuole-correnti di pensiero non è poco affidarsi a se stesso, con tutte le conseguenze del caso, non per presunzione, quanto piuttosto per volontà di riconoscere fin dove si è capaci di arrivare e scoprendo, magari, che ogni limite può essere un’opportunità.


La silloge, introdotta da Giovanni Perri, propone trecento pagine di testi prodotti nell’ultimo triennio; un dato, questo, che fa ben comprendere il bisogno e la necessità che ancora si hanno della poesia, per la capacità di quest’ultima di riuscire ad esternare quel che è difficilmente esprimibile in altri modi. La poesia è, quindi, ancora un bene indispensabile – ed il lavoro di un poeta di lungo corso dovrebbe far riflettere sullo stato dell’arte – anche in questi nostri tempi di presunto futuro rivoluzionario, di cambiamenti, di distruzione dei valori fino allo sgretolamento della parte umana dell’essere vivente. Felice Serino crede nella poesia, come veicolo di miglioramento e di crescita, tanto del poeta quanto del fruitore della stessa, e nelle sue liriche racconta il vissuto, porta materialmente l’esperienza la riuscita e la disfatta con molta onestà, ad esempio, come si legge in Luce ed ombra:


luce ed ombra rebus in cui siamo


impronte di noi oltre la memoria


forse resteranno o


risucchiati saremo


ombre esangui nell’imbuto


degli anni


guardi all’indietro ai tanti


io disincarnati


attimi confitti nel respiro


a comporre infinite morti


L’interesse di Serino è senza dubbio l’Uomo, la Persona, in un’ottica trascendentale, plurale, e mai personalistica: anche quando il soggetto è l’Io, la riflessione poetica non si ferma mai al Sé, ma abbraccia sempre e comunque l’esperienza che può già essere o diventare patrimonio comune. Serino si pone come suggeritore, come consigliere, come insufflatore di positività. Ed ecco, allora, che anche l’esperienza più drammatica, come la morte, in questo poeta diventa qualcosa che non chiude, ma piuttosto apre ad una nuova visione e l’Uomo, nonostante i difetti, viene ad essere un elemento non attorno a cui ruota tutto il resto, ma un pezzo di un più grande disegno di cui si può solo tentare di dire attraverso la poesia, appunto. Ne La separazione si legge:


alla fine del tempo


è come ti separassi da te stesso


in un secondo ineluttabile strappo


simile alla nascita


quando


ti tirarono fuori dal mare


amniotico


luogo primordiale del Sogno


stato che


è casa del cielo


La poesia di Felice Serino, con la sua concretezza e il suo vissuto, anche laddove prevale il senso etereo o metafisico o quando richiama il sacro e finanche nei riferimenti all’arte, arriva al lettore diretta, mai sofisticata da espressioni scritte soltanto per destare scalpore, per mettersi in mostra o per creare un personaggio; puntuale e delicata anche negli argomenti più impegnativi, questa scrittura poetica rende in modo nitido e molto piacevole il frutto di riflessioni attente e dello studio continuo, sempre quali esternazioni di un grande amore per la conoscenza e per la materia vivente, in tutte le sue forme. Nella verticalità, nel tempo oltre la vita, nell’augurio di luce e nell’ineffabilità di cui è vestito il testo di In questo riflesso dell’eterno a parer mio è possibile leggere i temi cruciali della poetica di questo prolifico autore, che mostra senza fronzoli anche una dote poco comune tra i poeti, la generosità. (Angela Greco)


credimi vorrei dirti che quanto


avviene anche là avviene


oltre le galassie oltre


lo specchio dei tuoi occhi amore


anzi certamente è presente


da sempre in mente dèi


imbrigliati noi siamo in un giorno


rallentato


noi spugne del tempo


assediati da passioni sanguigne


credi mia cara che quanto


avviene semplicemente


lo rappresentiamo


sulla scacchiera del mondo


noi essenze incarnate


in questo riflesso dell’eterno


dove l’anima si specchia


mentre ci appare infinito


mistero la vita – miracolo


tutta questa luce che


ci attraversa



Dipinto di Leonid Afremov - Flash on the sunset

4 commenti:

  1. Bei versi ad esternare l'interiorità personale che, per gli altri spesso rimane mistero. Fa bene all'io scandagliarlo a fondo per conoscerci meglio. Buona serata, Felice, Grazia.

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    1. Scandagliare il mistero che siamo, viaggio interiore di noi ulissidi. Grazie di cuore, buona serata, Grazia.

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