lunedì 5 giugno 2023

Poesie di Fernanda Ferraresso


 

in ogni respiro sommerso un mondo

monologa tra le celle porpora una lingua 

che scrive e un'arca azzurra impronta

tra lo squero dei polmoni e gli attracchi degli alveoli

ere di fotoni quanti di cosmologiche invasioni

residenze di polveri e spore 

batterie di originali frequenze musiche

sonorità dei diari dove l'universo si compone

abitandoci

in continue manutenzioni di variabili 

in scritture e palinsesti di morfologie invisibili 

franando e ribaltando i suoi crinali 

in inedite scritture 

valichi innumerevoli di incessanti meraviglie


f.f.-SCRIVERE IL GRANDE VETRO 


.


una notte di opale

liscia la parete del cielo un azzurro senza gradini 

o balconate di nuvole

l’infinito una lisca grigio azzurra di confine 

dove tutto precipita in mare o

in un enorme campo di schiume

e attraverso il profilo del vento scivola

su un immenso

vetro sporco di addii e assenze

non canti non segnature

nulla è tangibile e si è

immersi 

una pozza intraducibile

irreversibile un brodo quantico

in cui tutto fluttua espandendosi e contraendosi

tra vita e morte come dentro una placenta inquieta

si propaga e poi si rompe come un lungo budello

da cui entrano le stelle e suoni che sono solo vibrazioni

evasioni di diapason balistici che tratteggiano il cammino 

di arcipelaghi di galassie quasar onde di materia e non

materiali d'eco scandagli luminosi tra frasi di buio e monolitiche

evasioni di spore a cavallo di meteo-riti

smaltati di vuoto adamantino nuovo zecchino l'indicibile 

racconto di un neutrino in cerca di una culla

tra incredibili elogi di particelle e atomiche di energia  

gravi danze nel grembo dell'origine  al centro del pozzo

un cristallino limpido 

tuo occhio o

un cratere della luna in un mare di immenso 

dove nel vacuo una notte si tuffa nell'opale delle lacrime

come da un balcone sul mare 

come nel più fecondo oceano di fiabe

in un teatro di voci 

nelle trasparenze delle ere.


f.f.- SCRIVERE IL GRANDE VETRO


.


Dire dire

dire bisogna sempre dire

dire tutto scoprire scoperchiare

anche l’infamia e forse più spesso la fame

che ci assale e ci divora che ci inchioda

alla paura di dire dove sta

la bestia che rimpolpa

lo sterco delle nostre ossessioni

la paura del diverso il terrore malcelato dell’estraneo

la stoltizia che raccatta la sua stessa misurata menzogna

l’isola il cerchio l’isolata furia

il volto della pietra ingoiato da medusa

e il torto e itaca e i viaggi

avanti e indietro dentro gli inferni coltivati

notte e giorno a ridosso della parola che ci crepa

la bocca e il cuore straripati in densità d’ansia

senza argini l’empietà si commisura all’assenza l’avarizia

che non vuole

condivisioni con nessuno.

Dire dire dire

come a voler testare la capacità di fare resistenza a noi stessi

a quella immune fragilità che non smette di doppiarsi

moltiplicarsi ferirsi e chiudersi

diramando l’ultimo proclama di silenzio

sancito dalla parola

la parola mai pronunciata

l’ultima esclusa.


f.f.- da L’isola e il cerchio- Terra d'ulivi Edizioni 2022


.

Fernanda Ferraresso è nata a Padova nel 1954, dove vive e insegna in un Liceo Artistico. E’ curatrice responsabile del sito web Cartesensibili.  In poesia ha pubblicato le raccolte: “Migratorie non sono le vie degli uccelli” e “Ombre come cosa salda”, (ll Ponte del Sale).



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