sabato 25 febbraio 2023

LA POESIA DI NIL




 

Di Felice Serino



Nedda Falzolgher, detta Nil, nasce il 26 febbraio 1906 a Trento, quando quella parte del territorio è ancora sotto il dominio austriaco. Il padre era un bancario e la madre di ricca famiglia. Primogenita, sensibile, intelligente, vive nei primi anni una vita serena e gioiosa. La bimba cresce bene fino all'età di cinque anni, quando inattesa la disgrazia viene a stravolgere il suo destino: è colpita da paralisi infantile, o più comunemente detta, poliomielite.

Ella si sente attratta per vocazione naturale verso la scrittura e la poesia; vocazione che rappresenta per il suo spirito sofferto una specie di resurrezione.

"Nil non poteva andare verso le cose, ma le cose venivano a lei a cimentare la sua forza e la sua gioia, e tutto la investiva e subito l'abbandonava, lasciando segni di grazia sulla sua anima con il moto dell'onda marina che scrive parole di vita su tutta la riva" (da Il libro di Nil).

I genitori cercano di renderle la vita meno disagevole possibile. La mamma la incoraggia in quella sua insaziabile sete di cultura che la indirizza verso la scrittura alimentando il suo mondo interiore. Nedda apprenderà ad uscire da quel mondo circoscritto dalle pareti di casa per conoscere il mondo esterno, perseguendo il raggiungimento di un ideale superiore.

Dall'età di 27 anni, ella riceve in casa amici poeti e artisti, e la sua dimora diviene presto un punto d'incontro culturale. Fra i giovani frequentatori c'è un ragazzo, Franco Bertoldi, che resterà per lei un amore impossibile.


"Non ti darò contro il petto dolore

più che il rigoglio delle fronde sciolte.

Dammi tu spazio allora per questa morte:

io non ho solco per vivere

e non ho paradiso per morire;

e sento in me stormire

quest'agonia d'amore,

bionda, contro la zolla che la ignora...".


Nella sua opera Il libro di Nil, pubblicato postumo dal padre, c'è una sezione di poesie intitolata Ritmi dell'infinito, dove si leggono versi scritti durante la guerra.


"Stasera io sono stanca

delle tue mani lontane;

stanca di grandi stelle disumane,

com'è sazia l'agnella di erbe amare...".


Il 2 settembre 1943 Trento fu bombardata e Nedda fu salvata dalle macerie, insieme ai genitori. In seguito, la ragazza inizierà una corrispondenza con Domenico, suo salvatore e amico, facente parte di un servizio di volontariato. Lo spirito altruistico e la bontà di Domenico fanno sì che Nedda si avvicini ad una dimensione spirituale personale intensa.


"Ma una luce è posata sulle cose,

come la carità senza parola;

e ogni vita attende sola

che la raccolga con gesto d'amore".


La guerra termina e la ragazza può tornare a casa. Intanto la madre da tempo malata, viene a mancare nel settembre del '50.


"T'amo, Signore, per la muta passione delle rose.

T'amo per le cose della vita leggere,

le cose che sognano i morti la sera

dentro la terra calda,

sotto il limpido brivido degli astri.

Ma più t'amo, Signore per la misericordia

delle tue grandi campane

che portano nel vento

verso l'anima della sera

la nostra povera preghiera".


Nedda ha sempre continuato a scrivere nel trascorrere degli anni. Ora, sente la vita sfuggirle e soffre per quel che non ha vissuto.


"Ora tu vedi queste mie canzoni

simili tanto alle foglie che sperdi,

amaro Iddio del silenzio.

E sai che non hanno feste di sole

perché di tutto il sole tu inondi

la Terra dove cammina l'amore".

"Ascolta ancora, Dio,

le sorgenti, e perdona,

e nella mano portaci, col seme

delle stagioni innocenti".


Nil rende lo spirito il 2 marzo '56, a 50 anni.



Chiudiamo questo breve excursus con dei versi stupendi, nati da quest'anima candida:


"...Che ansia, allodola pura,

questo palpito d'angelo sommerso

che ha smarrito la vena dei venti;

sul respiro del mondo senti

ancora tutte le stelle

mutar la tua voce in chiarore...".



[Notizie liberamente tratte da: Nedda Falzolgher - la poesia, la vita, Isa Zanni, Linguaggio Astrale n. 136/04]


Bibliografia

Nedda Falzolgher: poesia e spiritualità, edizione Comune di Trento 1990

Nedda Falzolgher: il cuore, la poesia, edizione Comune di Trento 1990


© Felice Serino








2 commenti:

  1. Davvero notevole, e molto apprezzato il tuo articolo. Buona serata Felice, silvia

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    1. Grazie infinite, Silvia, per l'apprezzamento. Serena serata.

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