sabato 10 dicembre 2022

Francesco Marotta

 







Francesco Marotta è nato a Nocera Inferiore (SA) l’11 marzo 1954. Laureato in Filosofia e in Lettere Moderne, insegna Storia e Filosofia e risiede in provincia di Milano. Ha tradotto Bachmann, Bolaño, Bonnefoy, Char, Celan, Jabès, Sachs, Bergeret …

Suoi testi sono apparsi nelle riviste: “Il Segnale”, “Dismisura”, “Anterem”, “Convergenze”.

(...) Francesco Marotta gestisce il blog di letteratura e poesia più ricco e curato della rete, La dimora del tempo sospeso.

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Fino all’ultima sillaba dei giorni 

(da Hairesis)


scrivere è un destino covato dall’ombra delle ore

la spina amorosa di chi non lascia niente alle sue spalle

perché essere cenere, sostanza di vento

è inciso da sempre a lettere di fuoco

nelle pupille dei segni che trascina – un canzoniere

infimo, un breviario di passi senza orma

tracima sillabe d’innocenza e memoriali di sabbia

dalla brocca silente che disseta il labbro,

quando parole malate d’aria si staccano dalle mani

precipitano nell’impercettibile abisso

di una pagina –

scrivere è un’ora covata dal destino

la spina che costringe il corpo in reticoli d’albe in piena notte

e punge fruga ricuce orli slabbrati lacera la carne

fino a che sanguinano anche i sogni,

fino a che l’immagine fiorisce in echi di sorgente

gli alfabeti rappresi dentro un grido


(sono queste le voci che mancano a una pietra

per sentirsi un arco lanciato verso il cielo,

sono questi gli accenti

che scortano il seme alla sua tomba di luce – al precipizio ardente

dove la morte è presagio di stagioni,

oracolo dei frutti e del ricordo)


***


da Esilio di voce


scrivi strappando chiarori di pronome

dalla voce la luce malata

che s’innerva

al rantolo di un verbo scrivi

con lo stilo di ruggine che inchioda

l’ala nel migrare anche la morte

che sul foglio appare dal margine

di sillabe di neve s’arrende alla caccia

al sacrificio necessario

dell’ultima lettera superstite


*

ci accomuna la conta differita dei morti

la mano adusa a separare codici e correnti

dal gorgo dove si adunano le ore

indicibile chiusa

di apocrifi in sembianti di volti

di giorni in forme declinanti

di parole


*

come questa luce di specchio

quando raccoglierla è già spreco

di fulgidi rosa un chiedere al sonno

gli spazi

intagli per minimi azzurri

l’abuso di crescere che sia privo del prima

mutilata la mano da una lama

d’inchiostro

che trema sul foglio


*



Riferimento:

https://www.carteggiletterari.it/archivio-regionale-della-poesia-meridionale-dal-secondo-900-ad-oggi/mappatura-dei-poeti-campani-dal-secondo-900-ad-oggi/francesco-marotta/

2 commenti:

  1. Un articolo intenso, e molto interessante, che ho apprezzato nella sua lettura. Buona giornata Felice, silvia

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    1. Ti ringrazio per l'interesse nel leggere. Sereno pomeriggio, Silvia.

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