sabato 1 ottobre 2022

Nota di lettura a Felice Serino*, “Asimmetrici voli” di Giovanni Perri


 


Non c’è volta che leggendo Serino, io non resta catturato da una luce. Luce immagine essa stessa. E non c’è volta ch’io non abbia tra le mani la maglia e ne senta l’esatta materia, la sua nuda trasparenza, lo smalto, l’eleganza.


Questo il primo elemento: il verso illuminante, da cui affiorano gli altri.


Ma questa illuminazione, si badi, non è fatta per indicare qualcosa. Essa non descrive, né è tentata da alcuna cartografia per poeti raminghi; la mèta è la sua stessa radice, il suo primo significato, una sorta di matrice, non so come dire, epidermica, olfattiva. Un distico esemplificativo ci ricorda ch’essa è come l’odore della salsedine / del legno bagnato di cui non può che arrivarci, forse, un’eco sublime come quello della pelle dell’amore. Ci fa quasi tornare all’embrione della materia, al suo antichissimo battito dal quale ogni nostra azione, essendo principio, pretende la fine.


Ed è questo il secondo elemento, mi pare, importante per riconoscere la consistenza di questa poesia: il limen. Luce dunque come elemento di confine, di soglia, ma anche come dimora.


In questo appartenersi avviene il miracolo della parola, la soglia si spalanca e l’immagine urla: […] noi siamo l’alfabeto del corpo / che grida / il suo esserci / noi essenza degli elementi / appendici della terra […] e della terra quindi il lascito grave e generoso, il frutto panico che si fa […] strada nel sangue della parola […].


Procede così, lungo un itinerario aereo, ma anche corporeo, il vocabolo alla ricerca del suo fuoco primigenio, ed è sostanza sanguigna che alberga nella lingua, idioma del riconoscimento febbrile. Serino traduce questa febbre nel Volo asimmetrico, che è il terzo elemento e abbraccia in un certo senso gli altri, avvolgendoli in un magico defluire, in un tripudio di trasfigurazioni che è cifra esatta del suo sentire (o del suo andare per fotogrammi), pellicola del suo occhio interiore che cattura, imprigiona, e dopo libera.


Come un diagramma d’Amore  la poesia è  fragile foglia / appoggiata a una spalliera di brezza. E il poeta anela a un avvicinamento che è infine identificazione, sostegno, fuga, segreto frammento di sé nel mondo, rammento di un’origine che si ripete ancora e ancora, definitiva, eppure incompiuta.


Giovanni Perri


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Felice Serino: Asimmetrici voli. Prefazione Donatella Pezzino. E-book (2017)


Finito di realizzare nel Dicembre 2018 da www. poesieinversi.it


*Felice Serino è nato a Pozzuoli nel 1941. Autodidatta. Vive a Torino.


Copiosa la sua produzione letteraria (raccolte di poesia: da “Il dio-boomerang” del 1978 a “Lo sguardo velato” del 2018); ha ottenuto importanti riconoscimenti e di lui si sono interessati autorevoli critici.


È stato tradotto in otto lingue.


Intensa anche la sua attività redazionale.


Gestisce vari blog e siti.


https://poesiaurbana.altervista.org/nota-di-lettura-a-felice-serino-asimmetrici-voli-di-giovanni-perri/

5 commenti:

  1. Una splendida, e molto accurata recensione, che ho apprezzato. Complimenti a entrambi. Buon sabato Felice,silvia

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    1. Giovanni è una bella penna. Grazie di cuore, Silvia. Buon pomeriggio.

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  2. Una recensione che cattura, complimenti ad entrambi

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  3. Da Facebook:
    Bernardo Negro
    Molto esatta la recensione al tuo libro. Tu cerchi nella poesia la radice delle cose, gli stimoli per dire ancora altro.

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