sabato 23 luglio 2022

Una mia nota a "Vita Trasversale" di Felice Serino

 



  Col tratto suo solito, con la materia nuda dei versi alti e alati, Serino ci incanta di nuovo. E lo fa con un volume, il suo ultimo, corposo, "Vita trasversale", che è un ben calibrato campionario di temi e motivi caratterizzanti la sua intera produzione poetica; ricca e profonda, tenuta in un suo prezioso tenore lessicale di figure svelate in altezza o come prelevate da un occhio ulteriore e quasi sempre girata nell'inconoscibile. Poesia che ci trattiene in un sollievo, oppure in una morsa, di grandi domande e di incognite. Agevole nell'andatura e nel respiro dei versi concepiti come in una stanza piena di sole, ma dalla cui finestra filtra un paesaggio piovoso, pieno di suoni incantevoli e sinistri: analitica, ma detta in stato quasi d'abbandono. Motivi di vita e di morte messi nel medesimo grandangolo, restituiti al loro più sensibile grado del sentire, in quel confine di corpi corrotti dalla loro stessa immagine; che allunga gli abissi mondani potandoli alla visionarietà più lirica, alla più ampia cosmogonia; ma è materia che vibra di una intimità pura, cogente, covata in un suo lembo etico, in una sua calma affezione di gesti e parole dettate da Amore. Parole levigate e vive, messe in versi come a mani giunte, piene di abbagli tuttavia improvvisi e rivelatori.     

C'è un mondo di forme dette al limite dell'ombra, un buio di acque sconosciute da sentirne il suono lontano. Serino nuota come se volasse campi e fiumi e con lui stelle a far luce di parole, sotto un silenzio grave di vita. Ed è come trovarsi innamorati inaspettatamente, aver fiutato il senso in bilico e tirarselo con una corda, ad ogni strappo un grido d'amore, una preghiera di livida sopravvivenza, ad ogni affanno un seme di luce da salire in dolcezza, rimanendo con la voce nell'acqua.     

E questa è acqua filosofica, tenuta in un suo denso nucleo lirico, in una sua mistica malinconia.

Ecco: qui stanno gli affetti, i ricordi, ogni piccola gioia terrena; qui è il teatro del mondo, il gioco che si gioca per fame e per sete: qui è l'ora dei ricami nel fuoco, di vecchie controversie e comunioni, di silenzi tenuti in una sacca di odio o di amore. Ma dopo, oltre, è l'aria dorata che viene per svelare il sogno, l'arcano che ci muove le ali, la forma tutta del cielo esplosa in una piccola divinazione.     

Un pianto, par d'udire, di muta intelligenza: pensiero della morte sorella, felicità o speranza di pioggia rigeneratrice. Pensiero della vita che si espande ben oltre i suoi torbi furori: terragni infine, ma ubiqui, appunto: trasversali, pieni di un sole leggero.     

Quanta preghiera nei testi di Serino. Quanta alta Poesia.


Giovanni Perri

.


Piccola scelta di testi

*

Sic transit

confidare     

nelle cose che passano     

è appendere la vita     

al chiodo che non regge     

è diminuirsi la vera ricchezza     

-arrivare all’essenza     

lo scheletro la trasparenza

*

Espansione

il sogno è proiezione? o     

sei tu in veste onirica     

uscito dal corpo?     

sognare è un po'     

essere già morti     

come     

nell'oltrevita     

e l'essere si espande     

si sogna moltiplicato     

in fiore atomo stella     

appendice? o     

espansione è il sogno?

*

Vive una luce

vive nell'akasha una luce che     

custodisce quel mosaico che dici     

destino     

tu sei l'ombra     

del Sé: l'alterego o se vuoi     

l'angelo che     

ti vive a lato nei     

paradossi della vita

*

Forse una nube     

(a Pierluigi Cappello)

mi accoglierà un non-luogo     

non più inalerò resina di abeti     

alle finestre degli occhi colombe     

bianche si poseranno     

mi abbraccerà vaghezza     

forse una nube vorrà dire casa

*

Eterno presente

kronos esce dal mare     

prenatale     

il domani è un imbuto     

dove fluiscono gli oggi     

coi sordi tamburi del sangue     

dove in fondo     

agli specchi annegherà la     

realtà     

relativa: lì il mondo che     

si vede     

rovesciato

*

Sull'acqua

sul grande mare del sogno     

veleggiano i miei morti     

gli occhi forti di luce     

con un cenno m'invitano     

al loro banchetto sull'acqua     

d'argento striata     

m'accorgo di non avere     

l'abito adatto     

cambiarmi rivoltarmi     

devo     

vestire l'altro da sé


https://poesiaurbana.altervista.org/nota-di-giovanni-perri-a-vita-trasversale-di-felice-serino/


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