s’inzacchera le ali nella melma
del contingente
minimo sette volte in un giorno
si prende cura come una seconda madre
di chi gli fu affidato alla nascita
dalla Misericordia divina
arcobaleni e nubi son la sua dimora
transitoria
si piega sul tempo umano -
lo senti se ascolti
sostare nel buio delle vene
Da Facebook nel Gruppo Romanzi di Valeriana Maspero
RispondiEliminaGiordano Genghini
Grazie per questo tuo post che mi è piaciuto moltissimo: il tema dell'angelo, secondo me, è fra quelli che meglio riesci a sviluppare - basta rileggere qui le tue ultime due strofe - e che spesso, quando leggo i tuoi versi, fa ricomparire nella mia memoria i più bei versi di Emily Dickinson o di Dante dedicati agli angeli (oggi, per esempio, al termine della tua lettura mi è tornato in mente il verso in cui Dante presenta - con grande leggerezza, come tu qui - l'apparizione di un angelo: "...e mi sentii d'intorno un ventar d'ale")... L'inizio della tua lirica, invece, mi ha fatto ripensare a uno dei pochi film che amo (generalmente, non gradisco molto il cinema, cui preferisco la fotografia): "Il cielo sopra Berlino" di Wim Wenders...
Caterina mi scrive (non mi appare qui il suo commento):
RispondiEliminaSono tutte belle le tue poesie, Felice. Tutte vibranti di emozioni. Ti faccio i miei complimenti perché li meriti. Buona serata.
Mi ha colpito l'angelo che sosta nel buio delle vene, a scovare strada solo coi vaghi riflessi esterni delle arterie festose e trafficate, illuminate a giorno da fiumi di colesterolo..
RispondiEliminaGrazie del tuo gradito commento, condito di ironia. Buona serata.
Eliminabravo bravo: mi hai descritto bene :)
RispondiEliminaciao
Grazie. Ciao, buona giornata.
EliminaMolto bravo.
RispondiEliminaSereno giorno.
Molte grazie. Buona giornata anche a te.
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